Il 31 gennaio 1999, la Fox ha presentato Peter Griffin e Co. all’America con la prima della serie animata I Griffin di Seth MacFarlane. Lo show, cancellato dopo la terza stagione, è stato poi ripreso e ora è un punto fermo delle trasmissioni, giunto alla 22ª stagione. La recensione originale dell’Hollywood Reporter è riportata di seguito:
Se uno è buono e due sono meglio, allora sicuramente tre, quattro e cinque non possono mancare. O almeno così pensano alla Fox, casa dei Simpson, di King of the Hill e di tre commedie animate per la prima serata. In effetti, il terzo show, The PJs, è partito bene e il quarto, I Griffin, promette altrettanto bene. (Il quinto, Futurama, è previsto solo tra un paio di mesi).
I Griffin è brillante, divertente e spesso spiritoso e caloroso. Nella fascia oraria post-Super Bowl di domenica, lo show riceverà un’elevata esposizione. Gli spettatori che si appassionano al programma, però, dovranno aspettare fino a marzo per il prossimo episodio.
Per certi versi, I Griffin sembra una scelta curiosa per il titolo della serie, quasi come se i Simpson fossero stati chiamati “Homer Simpson”. Anche se il papà, Peter Griffin, è al centro del primo episodio, si ha la sensazione che altri personaggi saranno altrettanto importanti nelle storie successive.
Peter continua la tradizione dei padri dei cartoni animati come irresponsabili, egocentrici, pasticcioni e con buone intenzioni. Sua moglie Lois, come Marge Simpson prima di lei, è sensata, ragionevole, ben organizzata, non eccedente e solidale.

I Griffin hanno tre figli, due dei quali più o meno normali: l’adolescente Meg e suo fratello minore Chris. Il terzo è Stewie, il bambino, ritratto come un genio diabolico e violento combattuto tra il desiderio di giustiziare i suoi ignari genitori e la consapevolezza di aver bisogno di questi droni per eseguire i suoi ordini.
Poi c’è Brian, il cane di famiglia e la coscienza del clan.
Integrare questi diversi personaggi in una storia non può essere così facile come lo fa sembrare il venticinquenne Seth MacFarlane, creatore e produttore esecutivo.
Nella prima puntata, Peter viene licenziato dal suo lavoro di ispettore di sicurezza presso un’azienda di giocattoli, fa richiesta di assistenza sociale e incassa un assegno di assistenza sociale erroneamente emesso per molto più di quanto avrebbe dovuto ricevere. È una storia intelligente, almeno finché non arriva a un finale brusco e improbabile.
La serie animata fa ridere, e molto, prendendo in giro bersagli diversi come la perversione carceraria, l’inferiorità di Hitler e gli annunciatori di calcio. A volte sembra quasi troppo vario, come se le gag guidassero la trama.
Sebbene non ci sia nulla di particolarmente memorabile nell’animazione, la selezione delle voci è lodevole. MacFarlane è straordinario nei panni di Peter, del piccolo Stewie, di Brian il cane e praticamente di tutte le comparse. Alex Borstein ha interpretato Lois alla perfezione.
-Barry Garron, pubblicato originariamente il 28 gennaio 1999.
FONTE: The Hollywood Reporter